mercoledì 29 agosto 2007

SPAGHETTI AU CHANVRE


"waiting G-train", new york giugno 2007

Non lo sapevo mica che cos'era "chanvre"!
Il giorno dell’acquisto a tentarmi sono stati il colore e la texture dell'impasto che erano così attraenti da far passare inosservata la foglia disegnata sull'etichetta. Contrariamente alle mie abitudini ho aspettato a lungo prima di ricercare la parola sconosciuta sul vocabolario anzi, c’è voluta la visita di Luca per convincermi a indagare. Scoperta la traduzione della parola che descrive la pianta con cui è arricchito l'impasto di questi rilassanti spaghetti ho aspettato il momento buono e li ho saltati allegramente in padella con fette di cipolla bianca, qualche oliva nera, semi di kumino e di zucca. Una volta nel piatto ho aggiunto un po' di pili pili e l’immancabile gomasio che preparo settimanalmente nel mio meraviglioso mortaio giapponese.
Gli spaghetti au chanvre fanno venire sonno e generano una certa confusione mentale che in alcuni casi si prolunga fino a sera. Durante la bollitura profumano intensamente la cucina. Li ho mangiati oggi!